Nella serata di ieri il Direttore di Coldiretti Genova e La Spezia, Paolo Campocci, ha preso parte – insieme al Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri, e alla Presidente di ANBI Liguria, Francesca Tonelli – a un incontro di ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione organizzato da Regione Liguria presso la propria sede di piazza De Ferrari, nel capoluogo ligure, finalizzato a dare seguito e attuazione a quanto previsto all’interno del Decreto legge n.39/2023 (Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche), emanato dal Governo lo scorso 14 aprile.
L'incontro
L’incontro, che ha coinvolto gli ATO Liguri, le Province di Imperia, Savona e La Spezia, la Città Metropolitana di Genova, il Consorzio del Canale Lunense, l’ANCI, Coldiretti Liguria e le altre Associazioni di categoria della regione, ha consentito ai singoli interlocutori di illustrate le proposte preliminari in merito alla crisi idrica che ormai da mesi interessa l’intero territorio ligure e dar vita a una proficua discussione circa le modalità di risoluzione dei problemi ad essa contingenti.
Dal problema alle soluzioni
“I problemi riscontrati in materia di crisi idrica sono gli stessi su tutto il territorio regionale – spiegano i Presidenti di Coldiretti Genova e La Spezia, Luca Dalpian e Sara Baccelli, di concerto con il Direttore Campocci – con la fisiologica accentuazione di un aspetto piuttosto che un altro a seconda delle peculiarità di ciascuna area”.
E infatti anche per quel che concerne il genovesato e l’area spezzina hanno potuto valere anche in questa sede le proposte avanzate durante il Tavolo idrico andato in scena lo scorso 12 aprile presso la sede del Canale Lunense, a Sarzana – richiesto proprio da Coldiretti Liguria e dallo stesso Canale – tutte in grado di abbracciare un più ampio margine territoriale, in modo tale da non lasciare esclusa nessun’area della Liguria. Tali proposte “condividono in prima istanza la necessità di effettuare un’analisi delle esigenze idriche agricole, industriali e civili – continuano – comprensive di relativi calcoli e conseguente pianificazione degli interventi da eseguire a livello regionale. Oltre a ciò, risulta di fondamentale importanza la realizzazione di piccoli invasi per lo stoccaggio dell’acqua e di mini-invasi aziendali dove poter accumulare l’acqua sia dell’azienda agricola in cui si trovi l’invaso che delle altre aziende del comprensorio”.
La posizione di Coldiretti
“A nostro giudizio – concludono Dalpian, Baccelli e Campocci – oggi sarebbe quanto mai necessario, proprio in virtù di questa visione globale del problema, unire tutte le competenze e le risorse economiche disponibili dei vari Assessorati regionali coinvolti (Agricoltura e Protezione Civile) affinché i nuovi sistemi di efficientamento possano essere sfruttati da più attori economici e privati del territorio. A titolo di esempio, impianti creati per mitigare il rischio antincendio potrebbero essere impiegati per dare acqua a imprese agricole del territorio, che difficilmente riuscirebbero a realizzare impianti autonomi”.