Il rogo che da sabato 6 agosto brucia ininterrottamente nell’entroterra di Albenga ha reso necessaria l’evacuazione di 120 persone
L’incendio che dal pomeriggio di sabato 6 agosto ha invaso la piana di Albenga, nel Savonese, continua a bruciare. Le fiamme, partite dall’area boschiva alle spalle di Albenga, si sono estese tanto da arrivare a interessare l’intera area compresa tra i Comuni di Arnasco, Villanova d'Albenga e Ortovero, dove si è resa necessaria, già tra sabato e domenica, l’evacuazione da parte di Vigili del Fuoco e Protezione Civile di un numero di abitanti della zona che, stando alle stime di questa mattina, sarebbe arrivata a 120 persone.
Sale la preoccupazione
“Oltre ai pericoli vissuti dalla popolazione – commentano Marcello Grenna, Presidente di Coldiretti Savona, e Antonio Ciotta, Direttore di Coldiretti Savona – l’impatto economico sulle aziende agricole e floricole della zona è stato importante. Gli ettari di vegetazione coltivata e di macchia mediterranea andati in fiamme sono oltre ottantacinque, già stremati da incendi boschivi ed episodi analoghi che anche negli anni passati avevano interessato la zona".
Nonostante la solerzia dei Vigili del Fuoco, impegnati da giorni con canadair ed elicotteri, le fiamme continuano a bruciare la piana e a spaventare l’entroterra ingauno. L’incendio resta sempre esteso, con circa una decina di focolai in tutto l’entroterra di Albenga, a Ortovero, Villanova Arnasco e Cenesi. "Grande preoccupazione – continua Ciotta – anche per Cisano sul Neva, ormai vicina alle fiamme. Oltre alle fiamme e al conseguente fumo, anche la cenere, diffusa dal forte vento che, per altro, non fa che alimentare il rogo, continua a diffondersi nella piana, causando danni ingenti anche alle piante in vaso. È un disastro mai visto prima, sotto tutti i punti di vista. Uliveti e vigne sono distrutti dalle fiamme, alte fino a 20 metri, che non hanno risparmiato campi, abitazioni e aree boschive. Una situazione simile non è accettabile, tantissime persone hanno perso tutto quello in cui hanno investito a causa di un’incuria evitabile”.
In Liguria da giugno vige lo stato di grave pericolosità per incendi boschivi
Dallo scorso giugno in Liguria è stato dichiarato lo stato di grave pericolosità per incendi boschivi. Per questa ragione, è fatto divieto di accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli (come i flessibili, mototroncatrici e saldatrici), utilizzare motori, fornelli o inceneritori che producano faville o brace, gettare mozziconi o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo di incendio. Le sanzioni previste vanno da un minimo di 5mila ad un massimo di 50mila euro. Qualora fosse trovato il responsabile di un eventuale dolo, inoltre, egli sarà chiamato a rifondere le spese sostenute per lo spegnimento del rogo, quelle per il ripristino ambientale e qualsiasi altro danno causato dal fuoco.